Per arti marziali si intendono le discipline di combattimento studiate e applicate con cura, precisione e controllo. Sono un’arte vera e propria. Allo studio delle arti marziali e alla crescita mentale e fisica che ne deriva si affiancano ormai da tantissimo tempo le competizioni che ne fanno un’attività sportiva completa e ricca di soddisfazione.
Con il termine bushido, che vuol dire “via del guerriero” (bushi significa guerriero e do significa via), si fa riferimento alle norme comportamentali che i samurai si dettero per disciplinare la loro casta.
Questo codice venne messo per iscritto da Tsuramoto Tashiro che raccolse le regole del monaco-samurai Yamamoto Tsunemoto (1659-1719) nel famoso testo Hagakure (All’ombra delle foglie).
Nel Bushido si trovavano elementi confuciani, zenisti e shintoisti. Inazo Nitobe, nella sua opera Bushido (scritta nel 1900) ne individua due tipi: un Bushido d’origine confuciana e uno guerriero.
La formazione del samurai è il risultato di componenti religiose, filosofiche e sociali che interagiscono determinandone le regole da seguire. Sarà proprio il Buddismo zen a rendere lo spirito del samurai forte come la sua spada.
Grazie allo zen il samurai imparava la padronanza assoluta di se stesso in qualsiasi situazione, la magnanimità verso i più deboli, scrivere poesie o partecipare al rituale della cerimonia del tè.
Nell’Hagakure si legge: “Un soldato dovrebbe seguire internamente la via della carità ed esternamente quella del coraggio; quindi il monaco impari dal soldato il coraggio e il soldato impari dal monaco la carità”.
Il samurai doveva possedere:
Aikido
M. Stefano Di Carlo
Iaido
M. Claudio Zanoni
Judo
M. Giuseppe Monasterolo
M. Giulia Clava
Ju jitsu
M. Alessandro Ponzio
M. Sebastiano Rosselli
Karate
M. Antonio Mazzeo
M. Stefano Salis
M. Alessandra Corbi
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