Reale Società
Ginnastica di Torino

Fondata nel 1844

Arti
marziali

Ju jitsu

Disciplina che si basa sul principio di vincere l’avversario sfruttando a proprio favore la forza di chi attacca seguendo la filosofia secondo cui il “morbido vince il duro” (hey yo shin kore do).

Storia
Gli storici considerano possibili tre diverse teorie sull’origine del Ju jitsu. Due di queste sostengono l’ipotesi di una provenienza cinese, la terza sostiene che la radice sia prettamente giapponese.
Secondo questa teoria, nel Giappone del XVI secolo, la differenziazione di stili presenti nel Sumo portò a una separazione fra questo tipo di lotta e ciò che sarebbe poi divenuto il Ju jitsu.
Il Ju jitsu si sviluppò a partire dal 1600 come arte di combattimento in campo aperto prima e, in seguito, come esercizio del corpo e della mente. Fra il XVII e il XIX secolo si costituirono numerose ryu (scuole) alla cui guida vi erano abili maestri detentori della tecnica.
Fu solo dopo la I Guerra mondiale che la nobile “Arte della cedevolezza” si diffuse nel resto del mondo e la prima comparsa in Italia fu grazie ai marinai italiani che, sulle navi da guerra di stanza nel mar della Cina, avevano acquisito queste tecniche e che le diffusero al loro ritorno in patria.
Per merito di Gino Bianchi, sottoufficiale della Marina Militare italiana, negli anni ’40 il Ju jitsu prese ufficialmente vita in Italia. Nel 1946 egli fondò la OLDJ (Organizzazione Ligure Divulgativa di Ju jitsu) dando origine al cosiddetto Metodo Bianchi.
In ambito federale (FILPJK), dal 1985 al metodo del maestro Bianchi fu affiancato l’Hontai Yoshin ryu, antica scuola del XVII secolo che prese spunto dalla naturale capacità di flettersi del salice (shin) per elaborare la propria tecnica.
A partire dal 2003, oltre all’attività puramente di studio, è stato creato un calendario annuale di gare agonistiche che prevede prove individuali di combattimento (Fighting System) e prove di abilità tecnica a coppie (Duo System).

Cos’è il Ju jitsu
Questa disciplina si basa sul principio di vincere l’avversario sfruttando a proprio favore la forza di chi attacca seguendo la filosofia secondo cui il “morbido vince il duro” (hey yo shin kore do). Il termine Ju jitsu in giapponese si traduce infatti Arte della cedevolezza o Dolce arte (ju significa flessibile e jutsu arte). Dalla filosofia e dalla tecnica di questa nobile arte sono derivati l’Aikido, il Judo, il Karate e il Kendo.

Tecnica
Il programma tecnico federale comprende il Metodo Bianchi e il Metodo Hontai Yoshin Ryu.

Tecniche propedeutiche
Cadute
Atemi
Leve
Proiezioni
Strangolamenti  

Metodo Bianchi (settori)
Settore A
Azioni elementari che introducono alla conoscenza delle reazioni dell’avversario. Tali azioni suggeriscono o impongono all’avversario un determinato atteggiamento.
Settore B
Azioni che, attraverso lo studio dello sbilanciamento, mirano al caricamento dell’avversario ed alla sua proiezione.
Settore C
Azioni impostate sulle articolazioni dell’avversario; esse mirano alla conoscenza della resistenza al dolore.
Settore D
Azioni impostate sul collo dell’avversario; esse mirano alla conoscenza della resistenza al dolore e della capacità di resistenza fisiologica agli effetti di strangolamenti e torsioni della cervicale.
Settore E
Azioni che mirano alla proiezione dell’avversario, unitamente alla realizzazione di prese sull’articolazione o sul collo, in previsione dello studio dell’autodifesa.

Metodo Hontai Yoshin Ryu (kata)
Gyaku no kata
Nage no kata
Hoku no kata
Yoshin no kata
Omote no kata
Tanto dory no kata
Hambo no kata
Bo no kata
Kodachi no kata
Cho bo kumitachi

Nel Programma agonistico del Ju jitsu esistono due tipi di competizione: il Fighting System e il Duo System.

Gare di Fighting System
Nel Fighting System due atleti combattono l’uno contro l’altro in uno scontro sportivo applicando tecniche di Ju jitsu.
Lla gara si articola in tre fasi:
Fase 1: atemi – attacchi di mano e di piede.
Fase 2: nage waza – proiezioni, atterramenti, leve, strangolamenti.
Fase 3: ne waza – leve, strangolamenti, immobilizzazioni a terra.
I contendenti devono essere tecnicamente attivi in tutte le fasi e il tempo di combattimento per ogni incontro è di tre minuti effettivi.
Il risultato finale è dato dalla somma dei punti ottenuti con i vari attacchi: vince chi ottiene il maggior punteggio.

Gare di Duo System
La competizione del Duo System è un confronto con un’altra coppia, comporta l’esecuzione di tecniche di difesa da parte di un atleta contro un numero di attacchi prestabiliti, portati da un compagno in coppia con lui.
Gli attacchi sono divisi in quattro gruppi di cinque tecniche per ogni gruppo:
Attacchi con prese
Attacchi con avvolgimenti al corpo e prese al collo
Attacchi con atemi (colpi)
Attacchi con armi
Di questi venti attacchi, ne vengono sorteggiati tre per ogni serie. Ogni coppia esegue poi le proprie difese che sono completamente libere.
Alla fine di ogni serie viene valutata la difesa con un punteggio compreso tra uno e dieci: vince la coppia che ha ottenuto più punti sommando i risultati conquistati in ogni serie.

Abbigliamento e attrezzature
Nel Ju jitsu si indossa un judogi costituito da un kimono bianco e un obi (cintura) del colore corrispondente al livello ottenuto.
Con il progredire della tecnica, ci si avvicina allo studio delle armi. Si tratta di armi in legno quali bastoni lunghi (bo), bastoni corti (tanbo) e spade (bokken); inoltre si utilizzano anche spade (katana), spade corte (wakizashi) e coltelli (tanto).

La sezione Ju jitsu è affiliata alla FIJILKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali).